Francesco Boccheciampe
Giovanni Francesco Boccheciampe (Oletta, 1773 – Trani, 18-19 aprile 1799) è stato un militare francese. È noto soprattutto perché fu nominato, insieme a Giambattista De Cesari, commissario regio durante i fatti della Repubblica Napoletana (1799), con il fine di riportare al trono i Borbone.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Francesco Boccheciampe nacque a Oletta, in Corsica, nel 1773. Si arruolò da giovanissimo nell'esercito del principe di Condè Luigi Giuseppe di Borbone-Condé perché mal tollerava la Rivoluzione francese e i giacobini. Nel 1798 sbarcò nel Regno di Napoli, successivamente fu a Barletta e a Bari, da cui forse sperava di raggiungere Trieste via mare, ma all'arrivo a Bari, con la proclamazione della Repubblica Napoletana (1799), la città era già caduta nelle mani dei giacobini. Si diresse allora verso Taranto, fermandosi però a Brindisi.[2]
In seguito, Boccheciampe e Giambattista De Cesari furono nominati commissari regi del Regno di Napoli. Boccheciampe si recò a Lecce, dove restaurò il governo borbonico, mentre De Cesari si recò a Bari. In seguito, De Cesari e Boccheciampe attaccarono la città di Martina Franca, restaurando il governo borbonico anche in questa città. Il 5 aprile 1799 attaccarono insieme la città di Casamassima, dove non ebbero successo, essendosi scontrati con un esercito vero e proprio. Boccheciampe riparò allora verso Brindisi, mentre De Cesari si recò a Gallipoli. Mentre Boccheciampe era a Brindisi, la città fu attaccata via mare da una truppa francese e capitolò, mentre Boccheciampe fu forse catturato.[1]
Dalla presa di Brindisi in poi, si perde ogni traccia di Boccheciampe. La testimonianza più attendibile è forse quella di un barone francese di nome Paul Thiébault, il quale afferma nelle sue memorie che il generale francese Jean Sarrazin fece arrestare e fucilare coloro che avrebbero potuto fungere da capi per un'insurrezione borbonica. Il numero delle persone fucilate sarebbe, secondo la fonte, 130 e tra questi, probabilmente c'era proprio Francesco Boccheciampe; i suoi contemporanei non sapevano che Boccheciampe era probabilmente morto.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Giovanna Calabrò, BOCCHECIAMPE, Giovanni Francesco, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 11, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1969.
- ^ Durante, 1800.
- ^ Thiebault, 1894, pag. 489.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Antonino Cimbalo, Itinerario di tutto ciò che è avvenuto durante la spedizione dell'eminentissimo signor D. Fabrizio Cardinal Ruffo, Napoli, Vincenzo Manfredi, 1799.
- Vincenzo Durante, Diario storico delle operazioni di guerra, Napoli, Vincenzo Manfredi, 1800, pp. 49-58.
- Domenico Petromasi, Storia della spedizione dell'eminentissimo cardinale D. Fabrizio Ruffo, allora Vicario Generale per S.M. nel Regno di Napoli (PDF), Napoli, Vincenzo Manfredi, 1801. URL consultato il 28 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2019).
- Paul Thiébault, Mémoires du général Baron Thiébault, vol. 2, 1894, p. 489.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanna Calabrò, BOCCHECIAMPE, Giovanni Francesco, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 11, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1969.